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IL MOSAICO

Il mosaico (opus musivum) è una composizione cromatica ottenuta mediante l'utilizzo di frammenti di materiali (tessere) di diversa natura e colore (pietre, vetro, conchiglie), che può essere decorata con oro e pietre preziose.

STORIA DEL MOSAICO

Il mosaico nasce prima di tutto con intenti pratici più che estetici: argilla smaltata o ciottoli venivano impiegati per ricoprire e proteggere i muri o i pavimenti in terra battuta. Risalgono al 3000 a.C. le prime decorazioni a coni di argilla dalla base smaltata di diversi colori, impiegate dai Sumeri per proteggere la muratura in mattoni crudi. Nel II millennio a.C., in area minoico-micenea, si iniziò ad usare, in alternativa all'uso dei tappeti, una pavimentazione a ciottoli che dava maggiore resistenza al calpestio e rendeva il pavimento stesso impermeabile, il che si ritrova anche in Grecia nel V secolo a.C. A partire dal IV secolo a.C., vengono utilizzati cubetti di marmo, onice e pietre varie, che hanno maggiore precisione dei ciottoli, fino ad arrivare, nel III secolo a.C., all'introduzione di tessere tagliate. Le prime testimonianze di un mosaico a tessere a Roma si datano attorno alla fine del III secolo a.C., per impermeabilizzare il pavimento di terra battuta. Successivamente, con l'espansione in Grecia e in Egitto, si svilupperà un interesse per la ricerca estetica e la raffinatezza delle composizioni. Nel periodo imperiale avanzato il mosaico conobbe le sue espressioni più fulgide come dimostratoci dai ritrovamenti archeologici sia in occidente che in oriente. I temi di questi mosaici sono legati alla mitologia classica o a scene di vita quotidiana. Tra le più alte espressioni, si ricordano le chiese di Ravenna, in particolare la basilica di San Vitale e quella di Santa Sofia a Costantinopoli.

TECNICHE E MATERIALI

Secondo il metodo diretto, sul fondo preparato con apposito intonaco si ricalca il disegno, che può essere ricoperto da uno strato di gesso dello spessore del mosaico da applicarvi, di volta in volta rimosso dalla parte che si comincia a eseguire. Su un nuovo letto di intonaco più fine o di collante, fresco, sono infisse le tessere, a seconda delle gradazioni di colore. Altro modo di esecuzione del mosaico è quello a rivoltatura, consistente nel comporre il mosaico su un supporto provvisorio (per es., di legno o di lavagna, inquadrato in bordi di legno smontabili), fissarlo mediante carta e tela incollate in modo da poterlo trasportare e riapplicare sul piano definitivo, dove poi è liberato del materiale usato per fissarlo durante il trasporto.

Si possono adottare molti tipi di materiali, che permettono effetti diversi ed hanno ciascuno i propri vantaggi.

  • i ciottoli: risalgono al IV secolo a.C. mosaici greci e romani di pietre naturali, ciottoli di fiumi e marmi di cava. Le tessere lapidee venivano utilizzate prevalentemente nei mosaici pavimentali per la loro resistenza all'uso e perché possono essere levigate e lucidate. Tuttavia erano usate anche nei mosaici parietali per la varietà dei colori presenti in natura. È preferibile comunque utilizzarli in ambienti riparati o all'interno degli edifici, perché sotto l'azione degli agenti atmosferici il colore si altera

  • la pasta di vetro: effetto di trasparenza. E’ il materiale più utilizzato per i mosaici e trova la massima fioritura nelle aree di cultura bizantina, come Ravenna, Monreale e Venezia. Per realizzare le tessere di questo mosaico venivano mescolati materiali vetrificanti a base di silice e altri elementi fondenti. Successivamente il vetro veniva opacizzato con stagno e piombo e trattato con ossidi, in base ai colori che si volevano ottenere. Hanno grande fascino, per le sorprendenti e meravigliose suggestioni di luce che producono. Vengono prodotti per la mancanza di colori particolari in natura, oppure per creare superfici brillanti e resistenti all'acqua. Possono essere utilizzati per mosaici prevalentemente parietali, data la scarsa resistenza all'usura che li rende fortemente deperibili se sottoposti a calpestio. L'unica eccezione è costituita dalle tessere a foglia metallica che possono essere impiegate anche nella pavimentazione

  • i quadrati d'arenaria: taglio facile e resistenti al freddo

  • la ceramica smaltata: grande gamma di colori, ma di difficile conservazione

  • il marmo: numerosi colori, grande resistenza, ma molto pesante

  • l'oro e l'argento: si inserisce uno strato d'oro o di argento in una tessera di vetro; lo strato è protetto e si ha un effetto di luminosità

  • il vetro soffiato: effetto di trasparenza più sfocato

Il supporto più diffuso è il calcestruzzo (sabbia e cemento) dato il suo basso costo e la sua adattabilità a vari contesti.

I materiali collanti più utilizzati erano cera, malta e adesivi a base di cemento.

Domus dei Tappeti di Pietra

La Domus dei Tappeti di Pietra è uno dei più importanti siti archeologici italiani scoperti negli ultimi decenni. Della complessa situazione stratigrafica della Domus è stata messa in luce e valorizzata la parte relativa alle splendide pavimentazioni di un palazzetto bizantino del V-VI secolo d.C., unico caso a Ravenna di edificio a destinazione privata dell’epoca. Per ammirare i Tappeti di Pietra bisogna attraversare la piccola chiesa settecentesca di Santa Eufemia, che costituisce l’ingresso della Domus, e scendere in una moderna sala sotterranea, situata tre metri sotto il livello stradale, che conserva oltre quattrocento metri quadrati di mosaici policromi e marmi. Al suo interno si possono ammirare le vaste e splendide pavimentazioni decorate con elementi musivi geometrici, floreali e figurativi ritenuti unici come nel caso della Danza dei Geni delle Stagioni – rarissima rappresentazione che mostra i geni danzare in cerchio al suono di una siringa – o come per la figura del Buon Pastore, in una versione differente dall’usuale rappresentazione cristiana.

Visione d'insieme dei pavimenti
Buon Pastore
Particolare della pavimentazione
Danza dei Geni delle stagioni
Domus
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