GIUSTINIANO
Giustiniano imperatore d'Oriente nipote dell'imperatore Giustino I; di famiglia illirica(zona balcanica) romanizzata, il 1° apr. 527 fu adottato e associato al potere dallo zio e lo stesso giorno sposò Teodora, donna di infima condizione, ma di grande bellezza e intelligenza. Nell'agosto Giustino moriva e Giustiniano gli succedeva sul trono. Uomo dalla forte personalità ed energicamente coadiuvato (aiutato) dalla moglie, in politica interna ed estera si applicò ad attuare un programma di restaurazione imperiale. Il primo passo fu rappresentato dalla riforma amministrativa e fiscale, dalla pubblicazione delle Istituzioni, del Digesto e del Codice, che diedero un ordine alla legislazione e alla giurisprudenza romana, mentre nel tentativo di dare all'Impero unità religiosa non esitò a perseguitare i monofisiti (ideologia religiosa che riconosce una persona umana e una spirituale in Dio) e più tardi a venire ad aspro contrasto coi pontefici romani, troppo restii ad accettare la sua politica di conciliazione a tutti i costi. Il complesso di riforme, colpendo abusi inveterati, suscitò una reazione violenta da parte dei monofisti. Sicché nel 532, all'ippodromo, scoppiò la rivolta di Nika (v.), nella quale Giustiniano, sul punto di perdere il trono, fu salvato, oltre che dal fermo atteggiamento di Teodora, dalle milizie di Belisario. Consolidatosi all'interno, stretta una pace perpetua con Cosroe I di Persia che in tal modo gli copriva le spalle, G. si applicò a restaurare l'autorità imperiale in Occidente. Belisario abbatté il regno dei Vandali e ricondusse l'Africa settentrionale entro i confini dell'Impero; subito dopo fu intrapresa la guerra contro i Goti, la cui prima fase si concluse con la conquista di Ravenna. Ma l'aggravarsi della situazione in Oriente (invasione di Unni in Balcania ; ripresa delle ostilità contro la Persia) rese difficoltosa, per l'insufficienza di rifornimenti, la ripresa della lotta di Belisario contro i Goti che si erano riorganizzati. Fu Narsete che, invadendo l'Italia dalla Dalmazia, la riconquistò a Bisanzio . Giustiniano riconquistò poi la regione sud-orientale della Spagna, ma in Oriente subì gravi rovesci per le continue incursioni nei Balcani di Bulgari, Slavi e Unni (che si spinsero sino a Costantinopoli, devastandone i sobborghi) e per la rottura della pace con Cosroe, che portò a una rovinosa guerra durata cinque anni e conclusasi poi con un armistizio che, più volte rinnovato, condusse alla pace del 562. In definitiva la politica di Giustiniano, mentre riusciva in Oriente a mantenere le posizioni anteriori, riacquistava all'Impero, in Occidente, vaste regioni del Mediterraneo (Italia, Dalmazia, Africa settentrionale, parte della Spagna), che tornava così ad essere dominato, come un tempo da Roma, da Bisanzio. Nel complesso si può dire che Giustiniano e Teodora intervennero in ogni campo dando impulso a tutta la vita dell'Impero, sia pure a prezzo di una dura disciplina e di gravi sacrifici finanziari imposti ai cittadini. Se la restaurazione in Occidente fu effimera e la pace religiosa, che Giustiniano fermamente aveva tentato di realizzare, non fu conseguita, esasperandosi anzi nel contrasto tra ortodossi e monofisiti le ragioni di divisione tra Oriente e Occidente, la legislazione e le insigni opere d'arte realizzate all'epoca sono da considerarsi fra quelle che più hanno influito sullo sviluppo della civiltà.